Un Seiko Swiss Made

Vi racconterò la storia di un segnatempo molto particolare, entrato a far parte quasi per caso della mia collezione, che rappresenta un capitolo del passato di Seiko ormai dimenticato e semisconosciuto anche nei circoli di appassionati.

Nei primi decenni del ‘900 Seiko non aveva ancora i mezzi per sviluppare i propri movimenti, ed è per questo che gli orologi dell’epoca montavano vari calibri di provenienza elvetica.

Gran parte di questi si basavano su movimenti Moeris, un importante (in quel periodo) gruppo svizzero che venne acquisito da Tissot intorno al 1970, insieme a tutti i suoi brevetti.
Tuttavia, di questi movimenti, apparentemente nessuno mostrava la scritta Swiss, in quanto erano personalizzati da Seiko che utilizzava i propri marchi.

Nel 1956, con il famigerato Marvel, inizia il trend che diventerà da lì a poco uno dei tratti caratteristici del brand nipponico: puntare tutto sulle proprie risorse e cercare di produrre ogni componente in-house.

È con questa filosifia che Seiko continuò anno dopo anno ad alzare l’asticella, innovando e producendo orologi di altissima qualità e precisione, fra cui a partire dal 1960 spiccheranno i Grand Seiko.

La grande crisi della Svizzera

Siamo a Natale, l’anno è il 1969. Questa volta non è il freddo inverno a far tremare gli svizzeri, ma una notizia che arriva dal Giappone: nei negozi di Tokyo è in vendita l’Astron, il primo orologio da polso al quarzo del mondo.

Furono necessari più di un decennio di ricerca, ed ingenti risorse economiche, per riuscire a sviluppare per primi quella rivoluzionaria tecnologia.
La strategia di Seiko era chiara: andare all-in! Gli orologi al quarzo sono visti dai giapponesi come il futuro, e su questi decidono di concentrare ogni risorsa possibile.

La determinazione nipponica spingerà la Svizzera nella più lunga e cruenta crisi dell’orologeria che si possa ricordare. Aziende fallite, migliaia di posti di lavoro bruciati, un intero settore manifatturiero che, di fronte al dominio disarmante dei quarzi, sembrava aver perso ogni ragione d’esistere.

Il ritorno degli orologi meccanici

Verso la metà degli anni ’80, mentre una Svizzera ormai ridotta in pezzi organizzava quello che sarebbe diventato il predecessore del gruppo Swatch, dall’altra parte del mondo i giapponesi avevano fiutato il possibile ritorno in voga degli orologi meccanici.

I cataloghi Seiko di quegli anni erano letteralmente dominati dagli orologi al quarzo, e probabilmente stava emergendo l’intenzione di ampliare l’offerta aggiungendo qualche nuovo segnatempo meccanico.

Fra i modelli da realizzare ce n’erarano alcuni con la sfera dei secondi decentrata, così da rievocare lo stile classico del passato.

C’era solo un grande problema: Seiko non utilizzava più da molto tempo calibri di quel tipo, e per poter lanciare una nuova linea in tempi ragionevoli era indispensabile ricorrere a movimenti sviluppati da terzi… e questi saranno proprio gli svizzeri.

Vede così la luce una linea di orologi Seiko con movimento Swiss Made: il calibro 5328A.

Mech: Seiko con movimento svizzero

Nel catalogo del 1987, consultabile nella sezione dei cataloghi Seiko, dopo oltre 100 pagine di quarzi compaiono i nuovi modelli meccanici con il calibro 5328A.

La descrizione in alto recita: “Orologi meccanici a carica manuale. Per gli appassionati, caricare l’orologio girando la corona ogni giorno è un piacere. Un design antico nei dettagli di quadrante, lancette e cassa. Un nuovo impatto nell’era mainstream del quarzo.

Le specifiche del movimento come riportate sul catalogo sono le seguenti.

Calibro: 5328A
Diametro: 19,7 mm
Spessore: 3,1 mm
Carica manuale
Piccola sfera secondi
Garanzia solo in Giappone (no garanzia internazionale)

Come si può notare dall’aspetto del movimento, e dal “salvagente” che lo tiene in posizione, non si trattava di un calibro con rifiniture o caratteristiche di alto livello. Si trattava di una macchina robusta ed affidabile, ma dai costi relativamente bassi.

Le dimensioni contenute di questo movimento ne permettevano l’utilizzo sia sugli orologi da uomo, sia su quelli più piccoli da donna.

Tabella con le referenze della linea Mech.

Ref.CodiceCassaCristalloPrezzo listino
SYKZ9805328-0010Gold Plated (SGP)Acrylic25.000 yen
SYRZ9805328-0030Gold Plated (SGP)Acrylic25.000 yen
SYKZ9905328-0010Gold Plated (SGP)Acrylic25.000 yen
SYRZ9905328-0030Gold Plated (SGP)Acrylic25.000 yen
SARP0025328-0060Gold Plated (SGP)Hardlex23.000 yen
SWRP0025328-0050Gold Plated (SGP)Hardlex23.000 yen
SYKZ0105328-0020Palladium Plated (PDP)Acrylic23.000 yen
SYRZ0105328-0040Palladium Plated (PDP)Acrylic23.000 yen
SYKZ9605328-5000Gold Plated (SGP)Acrylic25.000 yen
SYKZ9705328-5000Gold Plated (SGP)Acrylic25.000 yen

Provenienza del calibro 5328A

In base alle iscrizioni presenti sul calibro stesso, si può risalire alla Fabrique d’Horlogerie de Fontainemelon (FHF), gruppo che insieme ad altre aziende andrà a costituire il gruppo ETA, oggi principale produttore di movimenti svizzeri interamente controllato da Swatch.

Questo pare essere l’unico movimento nella storia di Seiko che presenta la scritta Swiss (il pare è d’obbligo perché con Seiko le sorprese sono sempre dietro l’angolo).

La provenienza del calibro era dichiarata anche sul cartellino allegato agli orologi della linea Mech.

Tradotto il cartellino riporta: “Cal. 5328
Carica manuale
Movimento prodotto in Svizzera
Made in Japan
“.